La persistenza della memoria

             

 

La persistenza della memoria” è un dipinto a olio su tela eseguito nel 1931 dall’artista catalano Salvador Dalí. Si trova al Museum of Modern Art di New York. 

La scena è ambientata in riva al mare, sulla costa catalana. La spiaggia appare deserta. Non vi sono presenze umane riconoscibili, se si esclude la strana forma stesa a terra al centro dell’opera, che probabilmente riproduce il profilo dell’artista. I protagonisti di questo dipinto sono alcuni orologi molli, che sembrano fatti di materia fluida. Il primo orologio pende dal bordo di un volume squadrato appoggiato sul terreno in primo piano a sinistra. Il secondo è appeso a un ramo d’ulivo che sorge dal parallelepipedo. Il terzo è steso sul volto che giace a terra con l’occhio chiuso e le lunghe ciglia. Un quarto orologio, che diversamente dagli altri è chiuso e mantiene la sua forma tradizionale, è assalito da un gruppo di formiche brulicanti, insetti per i quali l’artista nutre una fobia che risale all’infanzia. Sullo sfondo della tela, si scorgono le scogliere della costa catalana, dove Dalí trascorre gran parte delle sue estati. 

L’artista dichiara di aver realizzato il quadro dopo una cena a base di camembert. Dopo cena, tra sonno e veglia, ha concepito l’immagine degli orologi molli, suggerita alla sua mente dalla consistenza del formaggio che aveva appena mangiato. Così, ha inserito gli orologi molli nel paesaggio che stava dipingendo in quei giorni. Ma il dipinto si presta anche ad altre interpretazioni. L’immagine degli orologi che si sciolgono evoca una riflessione sul tempo. L’orologio, strumento che pretende di misurare il tempo in modo oggettivo, cede di fronte alla soggettività della percezione, e ai meccanismi incontrollabili della memoria. Anche per questo motivo, il dipinto è diventato un’icona del Novecento: secolo iniziato con scoperte come la relatività in fisica e l’inconscio in psicologia, che scardinano le certezze dell’Ottocento.

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